Abstract
Bosa, pesanti e continui odori fognari provenienti dai tombini stradali.
E’ in corso una indagine giudiziaria da parte della Procura della Repubblica di Oristano, affidata alla Capitaneria di Porto.
Prima della costruzione del depuratore (1984) abitazioni e attività scaricavano direttamente nel Temo; oggi una tubazione di collettamento di lunghezza di tre chilometri, con una pendenza inesistente, di diametro inadeguato, è all’origine dei molti guai della rete idrica. Acque bianche meteoriche e acque nere si mescolano, causando allagamenti e scarichi illegali (per presenza di colibatteri) direttamente nel fiume.
Anche il depuratore scarica saltuariamente prodotti fecali e carta igienica e nelle notti estive a Terridi si sente odore di fogna.
I militari della Capitaneria, con il supporto di auto spurgo e traccianti colorati, stanno ricostruendo una mappatura della rete di scarico delle acque; svolgono una preziosa azione di supplenza in compiti che toccherebbero a Comune e Abbanoa, almeno per risolvere i casi dove acque nere e bianche si mescolano e finiscono direttamente nel Temo così da evitare le esalazioni maleodoranti che affliggono gli abitanti e allontanano gli ospiti in vacanza.
Approfondimento
Dall’estate scorsa molti cittadini di Bosa hanno visto militari della Guardia Costiera dell’ufficio di Bosa effettuare controlli della rete fognaria, in particolare nella zona del Lungo Temo. All’origine dei controlli una segnalazione a metà settembre di Salvatore Campus (titolare di un bar in via Gioberti/Lungo Temo) di pesanti e continui odori fognari provenienti dai tombini stradali, causa di danno all’esercizio.
A seguito di un esposto alla procura di Nuoro per scarichi abusivi nel Temo e nella rete delle acqua meteoriche, presentato da un membro del comitato InBosa-ABCPM, Campus è stato sentito nel merito dalla Polizia Giudiziaria; dopo denuncia degli organi competenti, è in corso una indagine giudiziaria da parte della Procura della Repubblica di Oristano, che è stata affidata, per le funzioni di Polizia Giudiziaria, all’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa.
Fino al 1984 a Bosa non esisteva depuratore; abitazioni e attività della città scaricavano direttamente nel fiume a mezzo di una rete fognaria realizzata a cunicolo con pietre e mattoni.
Dal 1984 vennero realizzati il depuratore per 25.000 Abitanti Equivalenti [A.E.] (a cura della ditta CASER di Milano, tuttora esistente) e l’inizio di una nuova rete fognaria da Piazza Santa Giusta fino a Sas Covas, dove una pompa di sollevamento invia i liquami al depuratore (con una tubazione di diametro di cm. 40 fino a piazza Monumento e poi di cm. 50, per una lunghezza di c.a 3 km e un dislivello di mt. 2, millimetri 0,7 ogni metro, ovvero una pendenza praticamente inesistente)
I dati, A.E., dimensione e pendenza della dorsale di collettamento, parlano da soli e sono all’origine (insieme ad altri fattori non secondari, come ad esempio la gestione delle acque meteoriche) di malfunzionamenti, guai e danni provocati da questo sistema.
In seguito venne l’ordinanza Comunale di obbligo di allacciamento alla rete fognaria di tutte le abitazioni e scarichi assimilabili. Ovviamente non tutte le utenze vennero subito allacciate alla nuova rete, ma lo furono gradualmente e parzialmente.
Tuttora ci sono utenze non allacciate, che rilasciano liquami nella rete delle acque meteoriche: primo fra tutti è il caso del canale tombato sotto via Lamarmora, che dovrebbe servire per la sola raccolta delle acque dei rii a carattere torrentizio Alareddu e Codulano.
Altri punti dove le acque nere convergono in canali di raccolta delle acque meteoriche sono: allo sbocco di via Gioberti su Lungo Temo e il canale delle acque bianche sulla riva sinistra a monte del ponte vecchio, che raccoglie acque dello storico quartiere di Santa Caterina e di nuove costruzioni in quella zona.
In tutti questi punti di scarico nel Temo sono state verificate presenze di colibatteri fuori norma.
Il depuratore è insufficiente da molti anni a causa del sovraccarico per le presenze estive superiori a 25.000 A.E. di progetto; infatti in estate il canale di uscita a valle del ponte nuovo, scarica saltuariamente prodotti fecali e carta igienica e di notte a Terridi si sente odore di fogna. La gestione del depuratore non è sempre stata “cristallina”: una testimonianza ci ha segnalato il lavaggio dei fanghi reflui con acqua di rete prima della loro definitiva rimozione, ovvero dal depuratore è uscita più acqua di quanto ne sia entrata ( contro la normativa).
Quando ci sono forti piogge, a causa della mancata separazione di acque bianche meteoriche e acque nere, la grande massa d’acqua che confluisce nel depuratore non può essere gestita e va a mare così com’è o a mezzo del by-pass d’emergenza o tramite il canale di scarico.
Le forti piogge sommate alle acque nere, hanno provocato più volte vere e proprie “esplosioni” (tombini saltati o rottura delle tubazioni delle acque nere) in particolare in via Lamarmora e/o Gioberti e anche a Terridi.
I militari della Guardia Costiera oltre a svolgere l’azione di controllo e di eventuale denuncia di situazioni illecite, con il supporto di autospurgo e traccianti colorati, stanno ricostruendo una mappatura della rete di scarico delle acque e stanno svolgendo una preziosa azione di supplenza per compiti che toccherebbero al Comune per le acque meteoriche e ad Abbanoa per le acque nere.
Che cosa possiamo aspettarci noi cittadini per non trovarci la prossima estate con i soliti problemi relativi alla rete idrica?
Perchè Amministrazione Comunale e Abbanoa non collaborano con la Guardia Costiera, per risolvere i casi di emergenza, dove acque nere e acque bianche si mescolano e finiscono direttamente nel Temo, così da evitare almeno le esalazioni maleodoranti che affliggono gli abitanti e allontanano gli ospiti in vacanza?
Nessuno ha interesse ad opporsi alla messa a norma delle reti idriche, finalmente a regola d’arte ed efficienti; sarebbe proprio il caso di garantire a tutti, cittadini e ospiti, una città più sicura, attraente e ospitale.
I fondi per le reti idriche ci sono sempre stati e ci sono tuttora, disponibili e abbondanti.
Non permettiamo che l’inerzia e l’inefficienza di pubbliche amministrazioni danneggino e ostacolino la salute pubblica e il vivere civile!
Comitato AcquaBeneComune di Planargia e Montiferro-InBosa